Teatro

Museum, una preziosa antologia di teatro

Museum, una preziosa antologia di teatro

Settembre di teatro alla Certosa di San Martino: la rassegna Museum ideata da Renato Carpentieri, oggi alla sua undicesima edizione, propone quest’anno una selezione dei suoi migliori lavori, con la direzione dello stesso Carpentieri, l’organizzazione di Libera Scena Ensemble, e la produzione esecutiva di Lello Serao. Otto delle novantuno “sale” fino ad oggi realizzate e messe in scena vengono riproposte in questo ciclo antologico dedicato a personaggi e testi di particolare attualità. A Elio Vittorini è dedicata la Sala dell’acciuga,con la ripresa del romanzo “Il Sempione strizza l’occhio al Frejus” del 1947; mentre la poetica di Silvio D’Arzo si riversa nella Sala dei pali in frasca, ispirata al poetico “Casa d’altri”, romanzo ambientato in un paesino appenninico nel dopoguerra. L’incontro immaginario fra Theodor Adorno ed Herbert Marcuse è messo in scena nella Sala della vita offesa, con un dialogo in un pub di New York tra i due esponenti del pensiero negativo. Due filosofi “eversivi sono protagonisti di altrettanti lavori dedicati alla rivoluzione del pensiero: nella Sala delle ceneri un dialogo a più voci riproduce il dibattito tolemaico-copernicano del saggio di Giordano Bruno “La cena delle ceneri”; mentre la Sala dei quesiti rende omaggio alla coraggiosa esperienza intellettuale di Tommaso Campanella, i cui vagheggiamenti utopici furono scontati con ventisette anni di carcere duro. La “questione gramsciana”, liquidata o rimossa dal dibattito pubblico di fine Novecento, è protagonista nella Sala dei propositi, con un testo concentrato sull’eredità morale e politica del grande intellettuale sardo; mentre la Sala delle preferenze e dei rifiuti è un omaggio al romanzo di Melville “Bartleby lo scrivano”, in cui le regole della routine quotidiana vengono sconvolte da un comportamento cortese ma inatteso. Un’attenzione particolare merita il lavoro inscenato nella Sala del convegno, pregevole messa in scena di Ugo Piscopo dedicata a Marinetti e al Futurismo, che fa rivivere con brillante acume dialogico certo fermento intellettuale di primo Novecento; un lavoro, sia consentito dire, ben lontano dalla noiosa dovizia celebrativa di parecchie rappresentazioni d’occasione, costruite apposta per il centenario del manifesto futurista. Paolo Cresta, Antonio Conforti, Antonio Franco, Daniele Russo animano con talento ed eleganza una rapida e gustosa messinscena che culmina nel testo della “Piedigrotta” di Francesco Cangiullo, futurista napoletano. Le rappresentazioni si svolgono ogni giorno di mattina (ad esclusione del mercoledì), fino al 4 ottobre, con inizio spettacoli alle 10.30 e alle 12.00, messe in scena a rotazione. Gli spettatori possono assistere a due pièce al giorno e possono scegliere il proprio “percorso di fruizione”, passando da una sala all’altra secondo un criterio dettato dalla curiosità e dal gusto. In scena si altenrano gli attori Raissa Brighi, Renato Carpentieri, Antonio Conforti, Paolo Cresta, Ciro D’Errico, Antonio Franco, Giancarlo Gnolo, Stefano Jotti, Pino L’Abbate, Valeria Luchetti, Niko Mucci, Carmen Pommella, Daniele Russo, Nunzia Schiano, Lello Serao, Alessia Sirano, Maddalena Trani. Le regie sono affidate a Renato Carpentieri e Lello Serao. Le drammaturgie sono di Renato Carpentieri, Linda Dalisi, Amedeo Messina, Ugo Piscopo, Lello Serao.